mercoledì 5 giugno 2013

Hinode - Tra ali e artigli - Quarto capitolo

Che dire, la nostra Hinode è particolarmente ispirata ultimamente, angioletti miei ;3
Beh, vi lascio al quarto capitolo ;D




Bip bip bip.
La sveglia comincia a fare il suo dovere. Ore 6.30, come normale. Mi faccio una doccia, mi vesto con una maglia e un paio di leggins, faccio la cartella e mi avvio verso la metro. Come di consueto incontro Nikolaevna alla fermata Termini che mi aspetta:
-Amore!- Mi guarda con il suo luccichio negli occhi. -Ciao tesoro, come stai?- Le chiedo, incrociando i suoi abbaglianti occhi azzurri. -Tutto a posto, tu?
-Sì, dai, muoviamoci che altrimenti perdiamo la metro!- le dico con aria frettolosa e con il sorriso sulle labbra. Il sorriso che lei riesce a strapparmi ogni mattina. Non so cosa sia. Se il suo accento, che talvolta risulta buffo, se i suoi capelli liscissimi, leggeri e chiarissimi che volano al passaggio dei treni. Se le sue guance, che col caldo sembrano due grosse ciliege su un manto di neve. O forse semplicemente il suo carattere solare e allegro, che si contrappone perfettamente al mio. Insomma, ci completiamo. 
Prendiamo la metro verso il Colosseo, dove scendiamo e raggiungiamo scuola a piedi. Sbatto contro un ragazzo stranamente familiare. 
-Ops! Scusa, non volevo.
-Fabio!?
-Clarissa!
-Ciao . . .
-Ciao, come stai?
-Bene dai, tu?
Irrompe violentemente Niko:
-E' questo il ragazzo carino di cui mi hai parlato?
-Ehm . . .
-E non me lo presenti!? Bene, vorrà dire che farò da sola, piacere, Nikolaevna!
-Niko cosa?
- N-i-k-o-l-a-e-v-n-a.
-Ah, piacere mio, Fabio. Non sei di qui, vero?
-No. I miei sono russi. Tu invece?
-Italiano D.O.P.
Li lascio parlare, non ho il coraggio di interromperli. Parlano. Parlano. E io li lascio fare. Non ho voglia di immischiarmi nei loro discorsi. Se c'è una cosa che ho sempre invidiato a Niko, è il suo carisma. Beata lei. 
-Dov'è Clarissa?
-Non lo so, era con te prima che venissi a presentarmi . . .
-Ah, eccola là.
-CLARISSA!
Niko caccia un urlo fortissimo, tutti si girano a guardarla. Io per un secondo tento di scomparire nel mio nulla, ma è inutile, troppa gente che si gira. L'unica soluzione è raggiungerla a testa bassa. 
-Dimmi Niko.
-No, niente, è che non ti vedevamo più!
-Ah, ok . . .
Mi tiro su lo zaino e per sbaglio tiro su la manica.
-Cos'è quello!?
-C . . . cosa!?
-Quello! Non fare la scema, ti sei fatta un tatuaggio!?
-S-s-sì, beh, no, insomma . . .
-Fammelo vedere, immediatamente!
Mi tiro su la manica e le mostro il mio orribile acchiappasogni. Orribile a parer mio. In base alla sua reazione, penso che lei ne fosse pienamente entusiasta.
-Wow! Ma come hai fatto!? Ti sei fatta fare il permesso dai genitori?
-Sì, in teoria . . .
-Ma i tuoi lo sanno vero?
-C-c-certo.
-Mmh, dimmi la verità!
Cerco di cambiare argomento e mi rivolgo a Fabio che era rimasto a guardarci come un allocco.
-Ehi, ma tu vieni a scuola qui?
-Si, si . . .
-Da quando?
-Da dicembre.
-Wow, prima dove stavi?
-A Firenze, in un altro scientifico. 
-Ah, ok. 
-Senti, ti va di venire a prendere un gelato oggi?
Mi viene vicino, mi mette una mano dietro la schiena. Non è un gesto d'affetto. Ma vuole darmi qualcosa. Gli sfioro una mano e prendo un biglietto. 
-Ok, facciamo dopo scuola allora?
-Certo, certo!
-Ok, a dopo!
Suona la campanella e mi preparo alle 6 ore di terrore che mi aspettavano la dentro.
 
 
 
 
Vostra,
Hinode.
 
*Un frullio d'ali, una bianca piuma* 

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