mercoledì 17 luglio 2013

Hinode - Tra ali e artigli - Decimo capitolo

Capitolo 10 :3


Il cuore che batte forte.
Ho addirittura paura che possa sentirlo. Sentire il mio cuore che sta impazzendo, come la mia testa.
Il mio cervello rivede tutti i momenti passati insieme.
Eh, già, quei pochi momenti.
Un flash di immagini. Ora mi rendo conto di quanto possono essere veri i film.
Perché dovrei spezzare il nostro legame?
Non è giusto. Nei suoi e nei miei confronti.
Le nostre mani si sfiorano, come se volessero stringersi, ma vincolate a toccarsi appena.
I miei occhi incrociano i suoi, di nuovo. E di nuovo vedo me. Una ragazza dai capelli rossi che sta guardando un ragazzo. Ma non vedo solo la Clarissa esteriore. Vedo di più. Vedo anche dentro di me. E capisco, sì, capisco che c'è di più di un profondo sentimento di amicizia e gratitudine nei suoi confronti. C'è qualcosa di più magico e potente.
C'è l'amore.
Pochi istanti. Pochi decimi di secondo. Con tutto il mio coraggio cerco di distruggere ciò che separa le nostre mani. Provo a tenerlo per mano. E lui mi stringe. Poi con l'altra mano mi prende a sé. Per un attimo sono appoggiata al suo petto. Sento il suo cuore che batte. Ed è bellissimo. Alzo nuovamente gli occhi verso Fabio. I nostri volti sono così vicini che posso sentire il suo respiro.
Più lo guardo più mi sento felice.
E nel frattempo penso: Baciami, baciami, baciami, ti prego . . .
Poi, come se mi leggesse nel pensiero si avvicina, sempre di più. I nostri respiri ormai sono uno solo . . .
Un attimo che ci separa. L'attimo più lungo della mia vita. Forse troppo lungo.
Qualcosa squarcia il silenzio che ci attornia.
Qualcosa rompe la magia.
Qualcosa sta facendo un rumore più assordante di quanto non sia.
è il mio telefono.
Mamma.
Non potevi scegliere un momento peggiore.
Il mio sguardo si rabbuia, e prendo il telefono dalla borsa.
-Dimmi mamma . . .
-Ti rendi conto di che ore sono Clarissa!?
-Sì... Adesso torno . . .
-Ti conviene muoverti.
Metto giù il telefono. La mia espressione è afflitta. Buia.
-Ci conviene partire . . . - Dice Fabio; è deluso quanto me.
-Ok . . .
Salgo in moto, metto il casco e torno verso casa.
Lo saluto con un bacio sulla guancia.
-Grazie . . . - Gli dico.
-Non c'è di che . . .
Salgo le scale, accompagnata dal rombo della moto, e nel frattempo continuo a chiedermi:
PERCHE'?



Vostra,
Hinode.

*Un frullio d'ali, una bianca piuma*

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