mercoledì 17 luglio 2013

Hinode - Tra ali e artigli - Quattordicesimo capitolo, parte seconda

Capitolo 14, seconda parte ;)


Tolgo le mie mani dal suo collo e le metto in tasca.
Senza fare domande né cercare risposte lo seguo, lui si avvicina al muro, al quale da due pugni, poi dice:
-Thiago, sono Fabio con quella nuova, facci entrare.
E in quel momento, non so come, alcune pietre si smuovono, aprendo un varco, dal quale spunta un signore che avrà avuto all'incirca una quarantina d'anni, molto simile a Tommy Moore.
-Ciao ragazzo, come stai?- i due si abbracciano, come se fossero padre e figlio, come se fossero una famiglia.
-Ciao Thiago, questa è Clarissa, la ragazza nuova.
-Che bella ragazza che abbiamo qui! Piacere, io sono Thiago, il custode.
-Piacere mio . . . - Il mio tono è molto basso, talmente basso che si fatica a sentire le parole che ho appena biascicato.
-Sei anche una ragazza timida, giusto?
-Un po' . . . - Stavolta la voce è più alta, come se volessi provare a smentire quello che ha appena detto.
-Beh, fammi vedere il tuo tatuaggio.
Tiro su le maniche della t-shirt come se fosse una canottiera, scoprendo completamente il tatuaggio.
- Madonna santa . . .
- C-che cos'ho?
- Niente tesoro, solo che . . . Erano un po' di anni che non vedevo questo tatuaggio . . . Ma ora andiamo, non manca molto a mezzanotte.
Eh no. Guardo il telefono, e mi accorgo che si sono già fatte le undici.
Thiago ci invita a seguirlo con un gesto della mano, e Fabio mi mette una mano sulla spalla.
- Andrà tutto bene, non ti preoccupare.- Mi dice.
Il custode apre una porta e . . . Wow. C'è un intero mondo. Un'intera città sotterranea. Cose che si vedono solo nei film. Eppure sono vere, a quanto pare. Una città popolata da persone con delle ali, con delle piume che spuntano da sotto le braccia. Piume imponenti e colorate. Chi le ha bianche, chi nere, chi rosse, chi gialle. Chi non ne ha, e ha ali come quelle di una farfalla, chi ha delle piume iridescenti. Chi ha le ali di una libellula. Ma tutti hanno queste magnifiche ali che li rendono capaci di volare, di danzare nel cielo con allegria.
Ma la cosa più bella di queste persone non sono le loro ali. Ma i loro sorrisi. La loro felicità di avere queste ali. Le portano con orgoglio, sorvolando i piccoli edifici sottostanti. Al contrario mio loro sono felici di essere diversi . . .
Ci raggiunge un ragazzo con i capelli castani, gli occhi scuri e la pelle leggermente abbronzata. Ha le ali rosse, come un guerriero. Mi da un'occhiata rapida e poi si volta verso Fabio.
- Yo Fabio! Che ci hai portato?
- Massimo! Deficiente, questa è Clarissa, un'amica.
- Eeh, adesso oltre ad essere quella nuova è anche tua amica? A Fabio! Se vede lontano un miglio che è carina questa!
- TE DO 'NA BOTTA DE TAJO SUR PETTO E TE RIDUCO COME 'NA CASSETTA DAA POSTA SE CONTINUI!
-Ok, ok, ok, agli ordini capo!- Poi entrambi si lasciano andare con una risata fragorosa. Devono essere molto amici. Poi interviene di nuovo Massimo, stavolta con aria molto seria.
- E che facciamo con lei?
- Glielo devo dire io?
- A te l'onore, capo.
- Clarissa . . . - Il suo tono stranamente cupo, per niente rassicurante.
- Le ali dovrebbero spuntare sotto le braccia, ma la prima volta è molto doloroso. Le piume devono bucare la pelle, e se non sono troppo forti rischiano di raggrupparsi, per poi uscire tutte in una volta con una specie di esplosione, molto dolorosa. - Mi sbianco d'improvviso, un brivido mi percorre tutto il corpo.
- Altrimenti . . . C'è un'alternativa meno dolorosa. Dobbiamo praticare dei tagli lungo il braccio, in modo da facilitare l'uscita delle piume.
Wow, un'alternativa molto promettente. Le mie possibilità sono quelle di farmi esplodere le braccia o farmele tagliare. Scelgo la seconda opzione.
- Solo se . . . solo se a tagliarle fai tu. Non mi fido degli altri.
- Va bene. Vieni, ti porto all'infermeria.
Cominciamo ad allontanarci, Massimo alza una mano e grida:
- Buona fortuna Clarissa!- Non gli rispondo. Tutto quello che riesco a dire, a bassa voce è un misero:
- Fabio, ho paura. - Tanta, moltissima paura. Sono terrorizzata, le mani mi tremano come foglie. Potrò sembrare stupido, ma io voglio tornare indietro. Ma non posso.
Ad un tratto le gambe mi cedono, vedo tutto buio, poi la vista comincia a diventare più chiara, ma le palpebre si fanno sempre più pesanti. Sono completamente spiazzata, completamente disarmata. Fabio si avvicina, e grida: - Clarissa!- Io sono sempre più debole, faccio sempre più fatica. Raccolgo le mie forze per dire due singole parole, prima di perdere conoscenza: - Fabio, ti prego aiutami . . .
Mi risveglio in infermeria, mi guardo intorno, sono sola. Poi un ragazzo entra dalla porta.
è sempre lui, qui, per aiutarmi.
- Ciao Clarissa, per fortuna ti sei svegliata . .  .- Lo dice con un tono fermo, quasi tranquillo, completamente differente da quello prima del mio svenimento.
Si siede vicino a me. Io gli metto le braccia al collo, e stavolta sono io che lo stringo. Lo stringo perché ho paura di quello che sono, di quello che posso fare, di quello che mi faranno. Ma soprattutto perché ho paura di perderlo. Delle lacrime scendono dai miei occhi rosa, lacrime che vengono subito asciugate dalle sue mani.
Mi prende il viso con delicatezza, appoggia la sua fronte alla mia, mentre io continuo a singhiozzare.
- Non permetterò che nessuno ti faccia niente. Ti proteggerò da tutto e da tutti. Ci sarò sempre.
- Grazie, grazie, grazie . . .
Mi abbraccia anche lui. Poi mi sussurra ad un orecchio, spostandomi i capelli: - Sei pronta?
- Sì.
Mi scosto e gli pongo un braccio, pronta a sentire la lama di un coltello squarciarmi la pelle. Eccola. Sento una lama che mi taglia, e che cerca di farlo il più piano possibile. Cerca di non farmi male.
Rigagnoli di sangue scorrono lungo il mio braccio. Cerco di non pensarci e guardo l'orologio. Mancano meno di due minuti a mezzanotte.
Finito il braccio destro continua col sinistro. Quando tutte e due le mie braccia sono tagliate e sanguinanti, scocca la mezzanotte. Delle piccole piume blu cominciano a fuoriuscire assieme al sangue dai miei tagli. Penso che sia la scena più brutta che abbia visto in vita mia. Le piume escono come vermi dalle mele bacate.
E sono sempre di più. Sono tante, sempre più imponenti. Fanno male, più del coltello. Centinaia di lame che escono dalle mie braccia. Una volta finita questa agonia mi ritrovo con due grandi ammassi di piume insanguinate sotto le braccia. E fanno schifo. Le lacrime agli occhi, quando mi giro verso Fabio.
Due enormi ali bianche sulla schiena a differenza mia. Grandi candide, imponenti. Le ali di un angelo. Il mio angelo custode. Mi metto a piangere in un pianto fortissimo, che esprime tutto il mio dolore. Fabio mi prende le braccia e mi avvolge con le sue ali bianche.
Per un momento mi sento spiazzata e disorientata, poi mi sento protetta.
Perché lui è qui, con me. Ed è sempre stato qui nei momenti di difficoltà.
So per certo una cosa.
Ora ne sono più che sicura. Io . . . Lo amo.





Spero vi sia piaciuta questa parte :D



Vostra,
Hinode.


*Un frullio d'ali, una bianca piuma*

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