mercoledì 17 luglio 2013

Hinode - Tra ali e artigli - Tredicesimo capitolo

Capitolo 13 :3
Ci siamo eh xD



Mia mamma apre la porta di casa alle 14.30, mangio qualcosa, prendo il computer e volo in camera mia.
Comincio ad ascoltare musica. Prima Ramazzotti, poi Jovanotti, David Guetta, le prime canzoni a portata di mouse. Ed il tempo scorre, portato via da quelle note che trasmettono tante emozioni diverse, che ti fanno vivere storie diverse.Che per un motivo o per l'altro riescono a portarti in un paradiso che conosci solo tu. Io mi sono fatta un'idea di questo paradiso . . .
Un posto magnifico, con un sole splendete e un venticello che trasporta il profumo di vaniglia, misto all'odore salmastro del mare. Un profumo che ti accarezza la pelle come le note delle canzoni d'amore . . . Poi le onde impetuose che si infrangono sugli scogli con quella scossa di rock, di musica forte e decisa. Un prato soffice che ti solletica la pelle come le canzoni pop. Una cascata altissima, che si infrange sulla roccia e che provoca un rumore che può sembrare confuso, ma che ti conquista, come le canzoni Metal. Infine una torre alta, altissima, dalla quale si vede il tramonto e tutte le sinfonie di musica . . .
Questo è il mio paradiso.
Mi voglio perdere nel mio mondo, senza problemi. Voglio rimanere con me stessa.
Persa nelle mie fantasie passo due ore attaccata alle note delle più svariate canzoni, senza accorgermi che il tempo passa . . .
Quando mi ostino a muovere il collo e guardare l'orologio si sono fatte le cinque. Meno un giorno e quattro ore.
Compiti, lavastoviglie, tavola, cena, doccia.
La solita routine quotidiana.
Quando vado a dormire sento una strana frenesia. Sono le 22.00. Mancano soltanto 23 ore.
Una morsa mi stringe lo stomaco e il cuore. Non ce la faccio.
Devo riuscire ad aspettare.
Mi addormento e faccio un sogno.
Sono nel mio paradiso, e c'è anche Fabio. Mi tiene la mano mentre guardiamo l'orizzonte.
Vorrei che il tempo si fermasse. Vorrei rimanere per sempre così.
Mi sveglio tutto d'un tratto. Sono le sette e mezza. Sono in ritardo.
Corro a perdi fiato sono esausta, potrei vomitare i polmoni da un momento all'altro. Ma sono arrivata in tempo per il suono della campana.
Si ripete la sinfonia di ieri.
Il solito tic tac nelle orecchie, fino a quando non mi viene in mente a cosa pensare. Come faccio ad uscire stasera?
Semplice. Mi calo dalla finestra. Sto al primo piano, ma non è un problema. C'è un albero di fronte alla mia finestra. Mi ci posso comodamente arrampicare per scendere. Wow, sembra di essere in un film.
Suonata l'ultima campana e ripetuta la routine casalinga si fanno le 20.30.
Meno trenta minuti.
Meno trenta minuti.
Non faccio che ripetermi altro, e mentre l'attesa si fa sempre più pesante mi giunge una notizia che potrebbe cambiare l'esito della serata (in meglio): - Clarissa chiudi la porta. Stasera rimango da Simone.
Mia mamma dorme fuori.
Non sono mai stata così contenta in vita mia.





Vostra,
Hinode.


*Un frullio d'ali, una bianca piuma*

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